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sabato 5 marzo 2011

Rodolfo Sacco


Rodolfo Sacco (Fossano23 novembre 1923) è un giurista italiano.
Dopo aver partecipato alla Resistenza nella Val Chisone, Rodolfo Sacco si è laureato presso l'Università di Torino nella facoltà diGiurisprudenza con il professore Mario Allara nel 1946. La tesi di laurea, sul concetto di interpretazione del diritto e che ottenne la dignità di stampa, verrà pubblicata nel 1947 e ristampata nel 2003. Dopo avere insegnato presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Trieste e dell'Università di Pavia, dal 1971 ha insegnato diritto civile e diritto privato comparato nella facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino, dove attualmente è professore emerito di diritto civile.
05 marzo 2011
"INTERVISTA A RODOLFO SACCO" - Marco VORANO

1.Come era come studente?
In un' opera autobiografica, una pittrice che mi aveva osservato quando ero al ginnasio (Margherita Giachino – Amistà Alacevich, Il viaggio di Titina, ed TEC, Fossano 2006, p.32) mi ha definito “molto serio”, mentre ha ammirato la brillante intelligenza dei miei fratelli. Io, tanto serio. Ma potevo anche sconcertare con discorsi o fatti imprevedibilissimi (e non desiderati dagli adulti), radicati in un mondo intimo mio cui nessuno accedeva. 
2. Il Suo, o i Suoi maestri.
Chiesi un tema per la tesi di laurea a Mario Allara (professore di diritto civile e di diritto romano, Rettore dell' Università di Torino negli anni '40 n.d.a). Quell’ eminente studioso mi aveva affascinato perché affrontava in modo critico i problemi epistemologici e di metodi. Poi mi allontanai da lui perché egli riduceva la verità giuridica ad un sistema di definizioni convalidate in base alla loro coerenza reciproca; e io pensai che il dato giuridico fosse anche altro. Non fui suo assistente (il posto di assistente alla sua cattedra era già occupato da altri); fui assistente di Paolo Greco (professore di diritto commerciale all' Università di Torino n.d.a), persona ammirevole, con cui ebbi un rapporto felicissimo.

3. Giurisprudenza scelta per passione o “scelta senza scelta”?
Io avrei voluto essere uno storico del medioevo. Per ragioni di famiglia mi iscrissi alla facoltà di giurisprudenza, convinto di diventare professore di storia del diritto, materia a base medievistica ( fa fede di questa mia una pubblicazione da me curata nel primo anno di studi universitarii, Statuti di Revell Vissio, Benevagienna, 1945). Ma il fascino di Mario Allara sconvolse i miei progetti iniziali.

4. Cosa ha rappresentato, cosa rappresenta e/o cosa dovrebbe rappresentare il diritto?
Il diritto è una strategia per risolvere in modo non sanguinoso i conflitti di interesse tra gli umani; può avvenire che venga adoperato per creare strutture sopraffattorie, quali la schiavitù, il potere privato di vita e di morte, il potere maschile.

5. L' evoluzione del diritto: una progressione o una regressione ?
Da pochissimo tempo il diritto si adopera con risultati sorprendenti per fare cessare il genocidio e l' egemonia di un popolo su un altro; da pochissimo tempo il diritto ha fatto cessare la schiavitù, e ora si adopera per la parità di trattamento della donna e dell' uomo. In questa situazione, parlare di recessione sarebbe uno sproloquio. Per parlare con sicurezza di una progressione, dovremmo prima concordare sui valori, e interrogarci su taluni risultati non desiderati dall' evoluzione.

6. Il diritto o i principi generali dello stesso sono così numerosi come le bandiere degli stati o in realtà è possibile affermare che come per le persone siamo tutti (o forse dovremmo esserlo) uguali in quanto uomini?
Essere uguali in diritto significa essere pari in grado, ma non significa per nulla praticare tutti la stessa regola. L' autonomia dei gruppi consente ad ognuno di essi di vivere a modo proprio, e di procedere ad innovazioni senza aspettare i tempi del più arretrato fra i suoi vicini. La novità, il progresso creano una variazione, la quale può creare una difformità. Quando la novità verrà apprezzata dagli altri, gli altri imiteranno e la difformità sarà riassorbita. La varietà è una ricchezza.

7. Qual è un istituto che importerebbe in Italia dall' estero?
La cantonalizzazione della Svizzera e il sistema elettorale inglese (maggioritario, con collegio uninominale).

8. Quale un istituto “nostrano” che dovrebbe essere esportato?
La regola per cui non ci si può laureare in diritto senza sostenere un esame in una materia comparatistica.

9. Ha mai pensato di esercitare la libera professione o di diventare magistrato?
A suo tempo ho sostenuto l' esame da procuratore, l' ho superato (a Torino) con 80 punti su 80, e ho praticato l' avvocatura per 15 anni. Volevo vedere se so svolgere con successo un'attività pratica. Quando constatai che la risposta era positiva, la scommessa era oramai vinta e cessai l' esperimento. 
10. A parere Suo il diritto va verso una restrittiva e miope specializzazione o le menti giuridiche più brillanti son quelle degli eclettici?
Il panorama non sarà uniforme. Ci saranno specialisti miopi, specialisti lungimiranti, giuristi generalisti monodisciplinari, e menti provvedutesi in molte discipline. Fra queste troviamo ovviamente la sociologia, l' economia e la politologia; ad esse io aggiungo il cognitivismo, la linguistica, la storia delle idee, la storia delle religioni, tutte le scienze antropologiche, la psicologia, l' etologia ecc.

11. Qual è stato lo scritto, se ce ne è stato uno, che Le ha cambiato la vita?
GORLA, L' interpretazione del diritto, Milano, 1941. 
12. Se non avesse fatto il Giurista cosa avrebbe fatto?
Avrei debuttato come storico del medio evo. Ma poi per capire il medio evo mi sarei dato alla storia antica e alla preistoria. E infine avrei cambiato area e mi sarei concentrato sulla storia delle religioni.

13. E se fosse ora un neolaureato in Giurisprudenza cosa farebbe?
Mi butterei sulla comparazione in modo esclusivo. E redigerei un manuale di diritto privato occidentale contemporaneo, svolto tema per tema (persone, famiglia, eredità, proprietà, obbligazioni, atti e negozii, responsabilità civile, arricchimenti). Naturalmente illustrerei nei limiti del mio sapere anche i sistemi diversi da quelli occidentali.

14. La Giustizia è di questo mondo?
Molte decisioni sagge sono incontestabilmente prese in conformità della giustizia. Dunque la giustizia è di questo mondo. Ma non esiste un insieme di regole di decisione chiamato giustizia capace di suggerire soluzioni univoche per ogni decisione da prendere.

15. Il diritto è finalizzato, effettivamente, alla Giustizia?
Una regola del diritto italiano prescrive ai veicoli a motore di circolare sul lato destro della strada. Il fine non è la giustizia.
Consideriamo la regola che impone ad ogni contribuente un identico tributo. Il fine è la giustizia.
Consideriamo la regola che impone ad ogni contribuente un tributo proporzionale al suo reddito. Il fine è la giustizia.
Consideriamo la regola che impone ad ogni contribuente un tributo percentualmente tanto più gravoso quanto più alto è il suo reddito. Il fine è la giustizia.


16. O la Giustizia in quanto non Umana non potrà mai esser raggiunta attraverso un mezzo, il diritto, tipicamente ed esclusivamente dell' Uomo?
La giustizia non è solo umana, perché si notano embrioni di richiesta di giustizia in animali. Va da sé che l' uomo può sentire esigenze che sono comuni a sé e ai suoi cugini mammiferi.
Ma forse la domanda con la parola “non umana” ha voluto dire soprannaturale. E allora diremo che per lo più il Soprannaturale si rivolge all’ uomo rifornendolo di verità e di regole di condotta extragiuridiche, ma non si occupa della giustizia, in quanto qualità della norma (se ne occupa, invece, in quanto virtù del cittadino che rispetta le regola). 

17. I frequenti dibattiti odierni, ispirati da tragici episodi di cronaca, evidenziano ancora una sorta di liaison tra diritto e chiesa, quale secondo Lei il rapporto?
Tocca a noi decidere se vogliamo la liaison, tocca a noi decidere se prestare ascolto a qualcuno, e a chi prestare ascolto

18. E tra diritto e politica?
In altre culture, da noi definite primitive, il popolo crea direttamente, con i suoi comportamenti di fatto, un diritto consuetudinario. Da noi le regole che contano sono le leggi, fatte dai parlamentari eletti da noi, ergo il diritto è confezionato dalla politica (con qualche suggerimento da parte della cultura). 
19. Ci può raccontare un aneddoto significativo relativo alla Sua carriera universitaria?
Nel 1997 L' Università di Parigi II mi ha conferito il dottorato honoris causa. Mi ha fatto una certa impressione quel reparto delle Forze Armate francesi, schierato per dare solennità all' evento, che mi ha presentato le armi (a me, a un “macaroni”).

20. Si legge di frequente di come alcune Università del nostro paese siano sorta di feudi appartenenti al tal Barone o Baronessa, qual è la situazione dell' Università in Italia anche guardando al passato?
Quale fortuna sarebbe, per un' Università, essere il feudo di un barone illuminato, ambizioso e innamorato della scuola! 
21. Gli studenti di oggi e quelli di ieri?
Se lo studente di oggi fosse peggiore di quello di ieri, se ogni generazione di studenti fosse peggiore di quella che l' ha preceduta, figuriamoci a che punto saremmo scesi dai tempi di Irnerio a oggi!
Gli studenti di oggi sono migliori di ciò che eravamo noi, perché sono aiutati dai nuovi strumenti della divulgazione, nonché dalla crescita del sapere dei maestri.


22. La Sua più grande soddisfazione professionale?
Leggere sulla Gazzetta Ufficiale (nel 1994) che lo studio della comparazione è indispensabile per laurearsi in giurisprudenza. La mia battaglia durata trentotto anni era vinta.
Non credevo che ci si potesse commuovere leggendo la Gazzetta Ufficiale.


23. Tra mille anni sarà possibile pensare ad un codice civile o penale Universale?
Tra mille anni saranno possibili solo soluzioni compatibili con ciò che l' uomo saprà in quel tempo, e il futuro sapere dell' uomo è ovviamente imprevedibile (se lo conoscessimo, farebbe parte del sapere attuale e non di quello futuro)
Comunque, se continuano le tendenze in atto, tra mille anni saranno in atto codici universali con facoltà di deroghe autonomistiche e con vaste aree di tacita disapplicazione. 

24.Tra mille anni sarà possibile giungere ad un Diritto non positivo ma genetico – nel senso di esistente nei geni delle persone?
Mille anni sono troppo pochi, se il ritmo dei cambiamenti accelera alla velocità attuale. Ma l' accelerazione tende ad aumentare, e allora mille anni potrebbero bastare. D’ altra parte nei mille anni potrebbero sorgere strumenti nuovi, con cui prevenire le devianze senza ricorrere a mutazioni genetiche. Se si ricorrerà alla mutazione genetica programmata, ciò potrebbe farsi per qualsiasi norma, ma forse se ne limiterà il campo all' area della prevenzione della violenza. 
25. Cosa vuol dire conoscere il Diritto?
Vuol dire conoscere le condotte umane istintivamente praticate come obbligatorie e necessarie, e conoscere le regole imposte all’ interno di una comunità dai membri o dall’ autorità costituita, e conoscere le rappresentazioni umane relative a tutte queste regole che impongono un comportamento come necessario. La regola si conosce padroneggiando il testo( se c’ è un testo),nonché il sistema concettuale costruito per possedere la regola, nonché la pratica adottata per ottemperare al testo. E poi per conoscere il diritto bisogna sapere tante altre cose.

26. Cosa ha imparato dalla comparazione di vari sistemi giuridici sia sotto un profilo squisitamente tecnico che umano?
Ho imparato fino a che punto un potere ineducato può adoperare il diritto a fini oppressivi, e fino a che punto all' interno di ogni sistema giuridico le parole della norma, i concetti adoperati per rappresentarla, la pratica rivolta ad applicarla si dissocino le une dalle altre.

27. i Suoi interessi metagiuridici ?
La storia, la preistoria, la linguistica, l' antropologia, l' etologia.

28. i Suoi 5 libri, 5 componimenti musicali, 5 città e 5 cibi preferiti?
(in ordine alfabetico) CRONIN, E le stelle stanno a guardare; FRUTTTERO e LUCENTINI, La donna della domenica, HASCEK, Il buon soldato Sc'veik; PARKINSON, La legge di Parkison; VON SALOMON, Io resto prussiano;
BEETHOVEN, L' eroica; KOSMA, Les feuilles mortes; SCHUBERT, Serenata; VERDI, Rigoletto; an., Stelutis Alpinis;
Bruges; Cracovia; Mantova; Praga; Vienna;
Capelli d' angelo asciutti al burro; Filetto di vitello ai ferri; (Insalata russa); (Pomodoro); Pèsca (tra parentesi i piatti che non debbo mangiare).


La ringraziamo, Professore, per il tempo che ci ha dedicato.

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